La settimana scorsa, abbiamo parlato della ‘sfera di energia”. Spero che abbiate sperimentato quella pratica per trasformare l’energia oscura, energia negativa in compassione. Quando l’applicate, invece dell’energia distruttiva, abbiamo una forza diversa che è amore, comprensione e attenzione, condivisione e aiuto reciproco, per crescere e guarire. Mi auguro che questo sia ciò che avete scoperto.
Spesso, anche se non avete torto, è buona cosa chiedere scusa, solo per dare la possibilità all’altra persona di scendere a quel livello. Allora, può dire: ‘Sai una cosa? Mi dispiace. Sono io ad aver torto, non tu.’
Vedete? Dovete lasciare quello spazio.
Se è solo una lite tra due… noi la chiamiamo “pelea de gallos,” come un combattimento fra galli: “Oh, guarda chi ha le penne più lunghe, chi cammina in modo più figo,” o cose del genere… può andare avanti all’infinito. Non arriverà mai da nessuna parte al di là del semplice potenziamento dell’ego di uno e dell’altro. Inoltre, crea quell’abitudine di… infilarsi in quella specie di circoli viziosi di sofferenza.
Alla fine, lo so, ogni cosa che facciamo può ferire qualcuno, ma alla fine diventerà una sofferenza per te. Quando la motivazione è egoistica…. del tipo ‘Oh, no, devo mostrare che ho ragione io. Non importa cosa dico o come lo faccio. Devo mostrare loro che ho ragione!’ In questo modo, pertanto, non si usa un modo compassionevole di fare le cose.
Qualche volta, devi lasciare la ragione all’altra persona, in modo che loro possano riconoscere di avere torto. Ha senso? Si!
Quindi, devi metterti in discussione. Non usare una scorciatoia spirituale. Ok? Se usi una scorciatoia spirituale, quello che succede… è che praticherai per trenta, quarant’anni e resterai sempre nello stesso posto.
Allora, la spiritualità è gratuità. Ok? Il guru è gratuito. Il Dharma è gratuito. Tu non vai verso il guru. Tu non vai verso il Dharma, ok?
Statte cercando di trovare voi stessi. State cercando di trovare il potenziale per capirvi, per capire la natura della mente. Usate questo come uno strumento per aiutare gli altri, in modo che anch’essi possano trovare la serenità, quella felicità, quella gioia.
La felicità può venire solo dall’interno… giusto? Penso che questo sia un tesoro. Quando sappiamo questo, quando scopriamo questo, abbiamo già tutto ciò di cui abbiamo bisogno per essere felici. È solo una questione di percezione. È una questione di “riorientare le abitudini.” Capite?
È una questione di motivazione e intenzione. Se l’intenzione è… empatica, di aiutare gli altri a migliorare le proprie vite, questo vi renderà automaticamente felici. Il risultato sarà sempre felicità e soddisfazione… Giusto?
Anche se l’altra persona non ti dà valore o non ti è grata, se la tua intenzione è giusta, sarai felice. L’atteggiamento degli altri è un loro problema. Non puoi prendere gli errori degli altri e farne una questione personale. Non puoi mescolare le due cose. Spero che lo capiate.
C’è una storia sul Buddha. Quando Buddha stava cominciando a insegnare, divenne una specie di minaccia per gli Indù e altre religioni che c’erano a quel tempo.
Allora, c’era un uomo che era una specie di prete. Era realmente arrabbiato con il Buddha. Diceva… “ora lo farò arrabbiare in pubblico, cosi che tutti possano vedere che lui non è un vero… insegnante, o un vero Buddha,” e cose del genere.
Andò quindi a sfidare il Buddha. Era indignato. Era pieno di odio ed emozioni simili. Comincio a gridare che era ancora molto lontano dal Buddha. Si avvicinava, sempre più vicino, sempre più vicino. Allora, arrivò piuttosto vicino al Buddha gridandogli contro. Lo stava davvero insultando, per metterlo alla prova. Il Buddha non batteva ciglio. Sorrideva, molto calmo, super felice.
Dopo circa un’ora, il tizio si meravigliò: “Perché? Cos’ha questo tipo?”
Ci fu un momento in cui si arrese… tipo… “Wow, il Buddha è incredibile… Incredibile. Niente lo infastidisce, al contrario delle persone ordinarie.”
Allora, si gettò in ginocchio. Gli chiese: “Hey, Buddha. Me lo puoi dire…? Qual è il tuo segreto? Com’è possibile che tutto questo non ti abbia toccato? Insomma, nessuno potrebbe resistere a così tanti attacchi verbali, di fronte a tutti. Chiunque altro s’innervosirebbe e si difenderebbe, si proteggerebbe, farebbe qualcosa.”
Allora, il Buddha fece qualcosa che faceva spesso. Rispose a una domanda con un’altra domanda. Quindi il Buddha disse: “ti farò una domanda.” Disse: “se qualcuno viene a casa tua, con un regalo che tu non accetti, a chi tocca tenerlo?’ questa fu la risposta che il Buddha diede a quell’uomo.
Quindi, quel tipo che era già… ‘wow!’, uscì di testa. Allora, disse: “Ok, devo tenermi tutta la mia merda.’ Se ne andò, ma almeno la sua mente era trasformata.
Mi piacciono davvero queste storie perché raccontano parecchio su vari aspetti della vita. È vero. Insomma, molte volte prendiamo personalmente ciò che gli altri fanno perché ci aspettiamo che ci amino, che ci apprezzino o ci siano grati. Quindi, questa è la ragione per cui non diamo amore incondizionatamente… incondizionatamente. Lì, mettiamo una condizione.
Se quello che chiami ‘amore’ porta come risultato la sofferenza, allora non è vero amore. È un attaccamento. L’amore incondizionato non viene con dei legacci attaccati. Non ci sono aspettative. Non è: “ok, ti amerò se tu stai solo con me”. Capite? Quello non è amore incondizionato… insomma… dai!
Forse non siete d’accordo con me, ma… ho avuto questo problema molte volte. È difficile. Qualche volta dobbiamo metterci in discussione ed essere flessibili per riuscire a trovare quell’equilibrio all’interno di noi stessi, che è quello che tutti vogliamo.
Mio padre era solito dire, sempre… “Tutto con “moderación” (moderazione)… capite?… tutto con un equilibrio… tutto con un limite.
Cosa ne dite?… Nella moderazione, tutto… è buono. Qualsiasi cosa, senza moderazione, è male. Credo che lo abbia detto il drammaturgo e commediografo romano Plauto, che diceva “la moderazione in tutte le cose è la migliore politica.”
Il punto è che, senza moderazione, persino l’acqua può ucciderti. C’è una gara per bere acqua negli Stati Uniti. Qualcuno bevve così tanto che il suo stomaco esplose. Quindi, vedete, tutto… qualsiasi cosa con moderazione.
È giusto sapere dov’è il limite. Non sto dicendo di mangiare qualcosa di radioattivo. Sto parlando in generale. Sto parlando di come, dentro di noi, dobbiamo essere in grado di trovare quell’equilibrio. Molte volte, la questione è… “Oh, ma questo…” “Oh, ma è così… ?“ “Questo è giusto?” “Quello non è giusto?” “Oh, oh… dah, dah, dah”. Sapete… qualche volta dovete rispondere voi stessi alle domande. Non potete sempre affidarvi ad altri per sapere la verità. Dovete essere in grado di decifrare cosa funziona per voi. Cosa funziona…. Qual è la tua verità?
Spesso vogliamo essere guidati. Vogliamo che qualcuno ci prenda la mano e ci trascini da qualche parte.
No! Talvolta dobbiamo essere noi a portarci per mano. Allora dobbiamo prendere quella decisione. Dobbiamo scegliere cosa è buono per noi. Ugualmente, dobbiamo scegliere cosa non va bene per noi.
Non prendetevi in giro. Affrontate voi stessi. Verificate cosa vi succede. Con un atteggiamento del tipo: “Ok, dove voglio andare?” “Cosa voglio ottenere?” “Come voglio essere felice?” Capite il punto?
Se si deve avere un programma disciplinato, va bene. Mio padre è sempre stato molto disciplinato. Senza la sua organizzazione è molto infelice. Ha bisogno della sua programmazione.
Per me, è il contrario. Se sono troppo disciplinato, troppo programmato divento paranoico. Divento nervoso.
Questo perché la mia infanzia è stata estremamente organizzata, super disciplinata. Quindi, ho bisogno di una certa flessibilità. Devo essere in grado di sentirmi libero di scegliere. Devo avere una sorta di… libertà di manovra.
Quindi, ogni persona deve trovare cosa funziona per se stessa. Sento che questo è qualcosa di importante, per trovare l’equilibrio dentro di voi. Dovete muovervi un po’ di qua e un po’ di là per trovarlo.
Non essere troppo estremista.
Non essere troppo duro con te stesso.
Non essere nemmeno troppo indulgente con te stesso. Capite?
Alle volte, dovete essere disciplinati.
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